mercoledì 11 luglio 2012

BYOBLU E LE CALCULATEUR

"60 milioni di persone, per di più gli eredi diretti di quel latino che costituisce metà del vocabolario di mezza Europa e che ha insegnato a tutti a parlare, non possono essere lasciati ai margini, come se dovessero solo pagare, possibilmente senza capire niente."

Così conclude, giustamente arrabbiato, il famoso giornalista della rete (o blogger, se così vi piace) Claudio Messora (byoblu) un articolo del 6 giugno 2012 intitolato "ma l'italiano mai?". La rabbia del nostro bravissimo informatore libero è dovuta a al fatto che il signor Mario Draghi, direttore della Bce, abbia tenuto una conferenza stampa per parlare di temi importantissimi per tutti i cittadini europei e in particolare per i cittadini del sud (italiani spagnoli portoghesi greci). La conferenza, giustamente, è stata tenuta in inglese, lingua accettata pacificamente come lingua internazionale in tutto il mondo. Ma c'erano anche delle traduzioni simultanee, guarda caso, però, non in tutte le lingue ufficiali dell'unione, ma solo in francese e tedesco. I motivi sono chiari, ne parlo in un altro articolo: i francesi hanno una potenza militare non indifferente, la Germania è la locomotiva economica dell'unione. Altri motivi, come l'effettiva diffusione del francese nel mondo, sono ai miei occhi puro "politicamente corretto", e se contano, contano molto molto poco.

In un video del giorno dopo, in cui Messora ci spiega in modo più approfondito e semplice i contenuti della conferenza tenuta da Draghi, (temi ben più importanti di quelli che qui ci interessano) ribadisce la propria invettiva, (a partire dal min. 4,09) assolutamente condivisibile, con parole che cito testualmente:

"Ora mi dovete spiegare perchè i francesi e i tedeschi sono esonerati dal dovere di conoscere l'inglese per capire quello che sta dicendo Draghi e per capire quello che gli chiedono gli interlocutori, mentre gli italiani sono costretti. Che poi paradossalmente sono i più ignoranti...
Nei confronti dei francesi non tanto perché sono ultra-iper-nazionalisti (non a caso sono loro che si sono opposti ai trattati internazionali alla costituzione europea). Per loro il computer non esiste, esiste "e calculateur", capito?"

Al di là del fatto che sul "nazionalismo" dei francesi ci sarebbe da discutere, ma non è questo il luogo nè sono io la persona per farlo (io direi piuttosto "statalismo", ma questo non riguarda il singolo individuo francese quanto la formazione storica dello stato e della nazione Francia... ma vabbè); e al di là del fatto, più vicino al nostro punto di vista, che in realtà esiste "l'ordinateur" e non il "calculateur", errore comunque interessante perchè "calcolatore" sarebbe il computer in italiano!; al di là di questi dettagli ci sono delle inesattezze che la dicono lunga sul rapporto che hanno gli italiani con la propria lingua (e con la Francia, ma qui non ci interessa).

punto 1: Messora afferma che (forse) i francesi sono altrettanto ignoranti degli italiani in quanto a conoscenza delle lingua straniere, in particolare l'inglese. I francesi sono invece tra i più profondi conoscitori in Europa delle lingue straniere, sia perché la scuola insegna obbligatoriamente 2 lingue straniere, (ovvero l'inglese più una lingua europea a scelta dello studente) e non 1 come in Italia; sia perchè a loro storia e cultura, fondata sull'idea illuminista del "cosmopolitismo", è molto più attenta, interessata e pronta ad assorbire elementi stranieri (dal cibo, alle parole, alla ricerca, agli individui umani) di quanto non facciano gli italiani. Certo, il fatto che la Francia sia stata una potenza coloniale enorme ha contribuito parecchio. La presenza di persone straniere ha portato da un lato una grande presenza di centri culturali, permessi dallo Stato, e poi di vere e proprie organizzazioni di ricercatori (sovvenzionate dallo Stato) su culture extraeuropee di livello tale da attirare a Parigi studenti che in quei paesi (in quelle culture) ci sono nati! Ovviamente, quindi, per uno studente straniero, extraeuropeo, è facile accedere agli studi e alle piccole agevolazioni a cui hai diritto come ringraziamento di portare la tua intelligenza alla francia invece che agli altri, e se è bravo viene persino corteggiato dall'università proprio per questo motivo. (e stessa cosa gli americani, e i tedeschi, insomma tutti tranne noi, che i negri non li vogliamo) è questo il "nazionalismo" dei francesi. Come si comporta la scuola e l'università (e lo stato) italiane con gli studenti stranieri, o considerati tali palesemente per motivi razziali? Da qui a tutti gli apporti che questa "massa di negri" come direbbero molti in Italia, ha portato alla cultura, alla cucina, alla lingua, all'arte, alla letteratura, al cinema francese è facile arrivare. In italia siamo meno aperti persino sul piano culinario! (e io sono un convinto sostenitore delle tradizioni locali e regionali in cucina). Noi abbiamo difficoltà persino ad accettare Balotelli in nazionale!

punto 2: subito dopo Messora afferma che gli europei del nord (olandesi danesi ecc), al contrario di francesi (perchè "ultra-iper-nazionalisti") e italiani (perché ignoranti) guardano i film in lingua originale tanto conoscono bene l'inglese. Viene da ridere. Sono gli italiani gli unici in Europa, e forse in tutto l'occidente, a doppiare tutti i film al cinema; vi sono ragioni storiche e sociali ben precise e la pratica del doppiaggio da noi ha raggiunto livelli di professionalità notevolissimi. Ma è una pratica che nel resto del mondo, specie per i film un po' più seri, è vista come un inutile intervento che rovina il "sapore" originale dell'opera. Per cui un film come "spider-man 2" è doppiato anche in Olanda e in Danimarca, come in Francia e in Italia. Mentre un film più serio, (intendiamoci: "giudicato più serio dalla critica cinematografica comunemente più seguita") anche non in inglese, ma in italiano, o in sloveno, è doppiato SOLO nei cinema italiani. Tutto il mondo ha visto, ad esempio, in versione originale sottotitolata "la vita è bella" di Benigni; anche se era in italiano.

punto 3: Si dice che i francesi invece di dire computer dicono "ordinateur" come se fossero gli unici tanto nazionalisti da non poter accettare un neologismo senza tradurlo e adattarlo. è così? Assolutamente no!!! è l'esatto contrario: sono ancora una volta gli italiani gli unici in europa ad accettare senza nessun problema parole inglesi senza tradurle, senza adattarle. Gli spagnoli e i portoghesi dicono "computador"; i tedeschi "rechner" (e come variante di radice latina, "computer"), i greci "upologhisté" (non so usare le lettere greche sulla tastiera, scusate), e vi invito a verificare le altre lingue europee. Se non siamo gli unici siamo in netta minoranza, e comunque gli unici del mediterraneo.

Insomma, tutto quello che dice Messora nel video e nell'articolo che abbiamo qui processato è condivisibile dal punto di vista politico; è gravissimo in effetti che non sia disponibile la traduzione almeno per quei 17 paesi direttamente interessati dal contenuto di quel video (che come sottolinea ancora il nostro giornalista, non si può scaricare, altro elemento importante), e lo ringraziamo per averci dato ancora prova di come la democrazia in europa sta soffocando. Dal nostro punto di vista "laterale" dobbiamo però segnalare lo strano rapporto che gli italiani hanno con l'italiano, prendendo spunto dalle inesattezze in cui il nostro, pur essendo visibilmente munito di una buona cultura, è incappato così come tutti, o quasi, i nostri concittadini.

Morale della favola: siamo NOI quelli strani, non i francesi! 

Ant.Mar.

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